Cinque regole per conservare l’olio extravergine

Una vol­ta acqui­sta­to l’olio (il nostro, s’intende - eh eh) è impor­tan­te con­ser­var­lo nel modo giu­sto, per man­te­ner­ne il più a lun­go pos­si­bi­le non solo pro­fu­mi e sapo­ri, ma anche le carat­te­ri­sti­che nutri­ti­ve e salu­ta­ri. Qui di segui­to uno dei tito­la­ri di Pon­te Pia­na, Loren­zo Gafà, vi for­ni­sce alcu­ne indi­ca­zio­ni uti­li a que­sto sco­po, con cin­que buo­ne rego­le e un paio di aneddoti:

  1. Non fare le cose trop­po in gran­de: L’ossidazione cau­sa­ta dall’esposizione all’aria è la prin­ci­pa­le alte­ra­zio­ne a cui l’olio extra­ver­gi­ne è sog­get­to nel tem­po. La miglior con­ser­va­zio­ne si ottie­ne con i reci­pien­ti più pic­co­li, per­ché la quan­ti­tà di ossi­ge­no resi­duo in una lat­ti­na da cin­que litri è sicu­ra­men­te mag­gio­re di quel­la in una bot­ti­glia da un litro. Anche la super­fi­cie di con­tat­to fra olio e aria è ine­vi­ta­bil­men­te mag­gio­re in una lat­ta che in una bottiglia.
    Per que­sta ragio­ne, se si opta per l’acquisto del­le lat­te, è buo­na rego­la prov­ve­de­re poi a tra­va­sa­re in bot­ti­glie l’olio che non si pre­ve­de di con­su­ma­re in un bre­ve perio­do di tempo.
  2. Lascia­lo all’o­scu­ro: Tut­ti i reci­pien­ti con­te­nen­ti olio devo­no esse­re man­te­nu­ti al buio, pos­si­bil­men­te in reci­pien­ti opa­chi: la luce è respon­sa­bi­le anch’essa di feno­me­ni di ossi­da­zio­ne, sia pure in misu­ra mino­re dell’ossigeno.
  3. Sbat­ti­lo al fre­sco: L’olio va con­ser­va­to al fre­sco, ma non al fred­do, meglio se a tem­pe­ra­tu­re com­pre­se tra 15 e 18 gra­di. Le tem­pe­ra­tu­re trop­po bas­se (infe­rio­ri ai cin­que gra­di) sono da evi­ta­re, per­ché l’olio vie­ne dan­neg­gia­to dal­la coa­gu­la­zio­ne. Le tem­pe­ra­tu­re di coa­gu­la­zio­ne sono diver­se, prin­ci­pal­men­te in base alla varie­tà d’appartenenza dell’oliva (cul­ti­var), ma muta­no in par­te anche di anno in anno. L’olio da cul­ti­var gre­che coa­gu­la a tem­pe­ra­tu­re rela­ti­va­men­te più alte rispet­to a quel­le ita­lia­ne per­ché più ric­co di mar­ga­ri­na, un gras­so non cer­to salutare.
    Pro­prio gra­zie a que­sta con­sa­pe­vo­lez­za qual­che tem­po fa un ami­co, vec­chio ed esper­to com­mer­cian­te di oli, ha potu­to sma­sche­ra­re un col­le­ga, che cer­ca­va di ven­der­gli per puglie­se dell’olio gre­co: una vol­ta immes­so nei silos, a dif­fe­ren­za dell’olio sici­lia­no con­te­nu­to nel­le altre vasche, quel­lo gre­co si è coa­gu­la­to ai pri­mi fred­di! Chi sa cosa suc­ce­de­reb­be a fare pro­ve del gene­re con cer­te mar­che che si tro­va­no nei super­mer­ca­ti, pre­sen­ta­te come olio italiano…
  4. Tie­ni­lo in una cam­pa­na di vetro: Meglio non con­ser­va­re l’o­lio extra­ver­gi­ne in reci­pien­ti di pla­sti­ca; la sua prin­ci­pa­le com­po­nen­te, l’acido olei­co, attac­ca infat­ti la gran par­te del­la pla­sti­ca in com­mer­cio, pro­du­cen­do nel pro­ces­so sostan­ze noci­ve alla salu­te. Se vole­te una con­tro­pro­va, pro­va­te a ver­sa­re dell’olio in una bot­ti­glia di pla­sti­ca tra­spa­ren­te: dopo pochi gior­ni il colo­re del­la bot­ti­glia si farà opa­co, pro­prio a cau­sa del­la rea­zio­ne chi­mi­ca con l’acido oleico.
  5. Chiu­di­gli il bec­co: Da ulti­mo, ma non per impor­tan­za, l’olio va con­ser­va­to in reci­pien­ti rigo­ro­sa­men­te tap­pa­ti, per evi­ta­re che assor­ba gli odo­ri dell’ambiente in cui è posto; ne con­se­gue anche che il loca­le idea­le per la con­ser­va­zio­ne è pri­vo di qual­sia­si odore.
    Anni fa, assag­gian­do l’extravergine di un vici­no, avver­tii un sapo­re mol­to mar­ca­to, ma che con l’olio non ave­va nul­la da spar­ti­re. Lì per lì non riu­sci­vo a indi­vi­duar­ne l’appartenenza, anche se mi era fami­lia­re. Solo in segui­to sono venu­to a sape­re che il con­ta­di­no pro­prie­ta­rio dell’olio lo tene­va in una vasca chiu­sa con un sem­pli­ce coper­chio di legno, com’era con­sue­tu­di­ne all’epoca, e che usa­va lavo­ra­re l’origano nel­lo stes­so loca­le! Se vole­te aro­ma­tiz­za­re il vostro olio, insom­ma, non c’è nien­te di più facile!

Per i gran­di quan­ti­ta­ti­vi di olio extra­ver­gi­ne, oggi, nel­la nostra can­ti­na si uti­liz­za­no reci­pien­ti in accia­io inos­si­da­bi­le o in vetro-resi­na, a tenu­ta sta­gna, e man­te­nu­ti sot­to azo­to pro­prio per evi­ta­re il con­tat­to con l’ossigeno. Una cau­te­la del­la nostra azien­da è quel­la di effet­tua­re un perio­di­co tra­va­so, il pri­mo dei qua­li non oltre un mese dal­la moli­tu­ra, il cui obiet­ti­vo è rimuo­ve­re la pic­co­la fra­zio­ne di resi­dui (prin­ci­pal­men­te acqua di vege­ta­zio­ne nera­stra) che si depo­si­ta al fon­do dei reci­pien­ti. Il for­mar­si di tali depo­si­ti nel­le bot­ti­glie è del tut­to natu­ra­le, e per quan­to que­sti pos­sa­no inci­de­re sul sapo­re del pro­dot­to sono del tut­to innocui.
Pro­prio in vir­tù di que­sti e altri accor­gi­men­ti, qua­lun­que sia il con­te­ni­to­re in cui vi vie­ne for­ni­to, il nostro olio ha una sca­den­za di alme­no 18 mesi dal con­fe­zio­na­men­to, che avvie­ne solo nel momen­to in cui fina­liz­za­te il vostro ordine.

Buon con­ser­va­zio­ne a tutti!