Olio siciliano - Linea Verde e il Dop Monti Iblei

Gior­no 14 dicem­bre è anda­ta in onda su Rai Uno la pun­ta­ta che Linea Ver­de ha dedi­ca­to ai pro­dot­ti d’ec­cel­len­za del­la pro­vin­cia di Ragu­sa, e in par­ti­co­la­re all’olio sici­lia­no con­si­de­ra­to il miglio­re del­l’i­so­la, il DOP dei Mon­ti Iblei. Il con­dut­to­re Patri­zio Rover­si ha inter­vi­sta­to uno dei due soci del­l’a­zien­da, Loren­zo Gafà, riguar­do alla gra­ve cri­si che ha col­pi­to i pro­dut­to­ri di olio extra­ver­gi­ne que­st’an­no. La nostra pro­vin­cia, abbia­mo spie­ga­to, si è sal­va­ta dal­l’at­tac­co del­la mosca olea­ria gra­zie all’in­cre­di­bi­le sic­ci­tà che ha col­pi­to il Ragu­sa­no a set­tem­bre, impe­den­do la ripro­du­zio­ne del paras­si­ta. In segui­to abbia­mo deci­so di irri­ga­re, pro­teg­gen­do i nostri ter­re­ni dal­l’a­ri­di­tà che ha por­ta­to frut­ti pic­co­li e pove­ri in olio a mol­ti uli­ve­ti del­le vici­nan­ze. L’in­ter­vi­sta pro­se­gue inda­gan­do le ragio­ni per cui le oli­ve van­no col­te anco­ra ver­di, per otte­ne­re un extra­ver­gi­ne miglio­re: già i lati­ni sape­va­no che il miglior olio è quel­lo che si ottie­ne da “oli­va viri­dis”, e non quel­lo del­l’o­li­va più matu­ra “oli­va nigra”. E per fini­re, spie­ghia­mo in che sen­so il nostro uli­ve­to è cer­ti­fi­ca­to al cata­sto come uli­ve­to pro­fes­sio­na­le di pri­ma cate­go­ria: un “uli­ve­to pro­fes­sio­ni­sta”, come scher­za Roversi.

Qui di segui­to tro­va­te il testo com­ple­to del­l’in­ter­vi­sta. A bre­ve pub­bli­che­re­mo la par­te suc­ces­si­va del video, in cui Patri­zio Rover­si ha inter­vi­sta­to David Gra­nie­ri, pre­si­den­te del­l’U­NA­PROL (Unio­ne Nazio­na­le tra le Asso­cia­zio­ni di pro­dut­to­ri di oli­ve), sul­le dif­fi­col­tà del set­to­re oli­vi­co­lo, che que­st’an­no inte­res­sa­no non solo l’o­lio sici­lia­no, ma tut­to l’o­lio extra­ver­gi­ne italiano.
Se ave­ste pro­ble­mi a visua­liz­za­re il video qui sopra, pote­te pro­va­re a que­sto indi­riz­zo. L’in­ter­vi­sta par­te a un minu­to dal­l’i­ni­zio del fil­ma­to, subi­to dopo la sigla.

P.s.: Abbia­mo pub­bli­ca­to anche l’in­ter­vi­sta a David Gra­nie­ri, pre­si­den­te di UNAPROL. La tro­va­te qui.

Intervista a Lorenzo Gafà: l’olio siciliano e il DOP Monti Iblei

Patri­zio Rover­si: Sono arri­va­to a Chia­ra­mon­te Gul­fi, pro­vin­cia di Ragu­sa, spin­to da un ven­to che è sem­pre più forte!
Buon­gior­no, si mostri un atti­mo alla tele­ca­me­ra. Que­sto signo­re è per­fet­ta­men­te truc­ca­to da mosca olea­ria, dico bene? Ecco, sem­bra. No. In real­tà sono le rego­le del­la sicu­rez­za sul lavo­ro che ci impo­ne l’Europa.
Loren­zo. Piacere!
Loren­zo Gafà: Piacere!
PR: Loren­zo è il pro­prie­ta­rio di que­sto magni­fi­co uli­ve­to. Cor­reg­gi­mi se sba­glio: ave­te 21 etta­ri per 2000 piante.
LG: Sì, esatto.
PR: Però - scu­si eh - “bri­sa per cri­ti­cher”, non per cri­ti­ca­re, ma per­ché pet­ti­na­te le bam­bo­le, qua? Cioè, pet­ti­na­te l’ulivo inve­ce di rac­co­glie­re a mac­chi­na, ‘ché la tec­no­lo­gia ades­so vi per­met­te­reb­be del­le cose incre­di­bi­li, velo­ci, razionali!
LG: Per­ché l’oliva deve arri­va­re al fran­to­io inte­gra, non sbat­tu­ta a ter­ra e ammac­ca­ta dal­la for­za del­le mac­chi­ne scuo­ti­tri­ci. E non solo per difen­de­re il frut­to, que­sto, ma anche per difen­de­re la pian­ta. Quin­di si rac­co­glie a mano, rigo­ro­sa­men­te. Que­sto ci costa di più, ma ci fa pro­dur­re un olio miglio­re e pre­ser­va le nostre piante.
PR: Olio miglio­re: qui bada­no mol­to alla qua­li­tà! Qui sia­mo nel­la DOP dei Mon­ti Iblei, cioè “Ori­gi­ne Pro­tet­ta” dei Mon­ti Iblei, e que­sta è la famo­sa oli­va Ton­da iblea. Quin­di è un - come dire - è un pre­si­dio impor­tan­te di qua­li­tà. Qual­cu­no dice che que­sto è uno degli oli miglio­ri d’Italia! Io ci scom­met­to, però, che voi rac­co­glie­te a mano anche per sele­zio­na­re le oli­ve che non sono sta­te attac­ca­te dal­la mosca olearia.
LG: La mosca olea­ria c’è sta­ta all’i­ni­zio di set­tem­bre, dopo di che non ce n’è più trac­cia. La mosca olea­ria con la sic­ci­tà che c’è sta­ta esclu­si­va­men­te in que­sta pro­vin­cia, non attac­ca l’olivo: la mosca è intelligente…
PR: La mosca olea­ria è intel­li­gen­te, que­sta è una notizia!
LG: È intel­li­gen­te: sa cosa deve anda­re a pun­ge­re, e la for­te sic­ci­tà pro­ba­bil­men­te l’ha dife­sa [l’oliva] per­ché le dru­pe quest’anno sono piccole.
PR: Le dru­pe, mmh… le drupe ?
LG: Sono le olive.
PR: Non sono del­le can­tan­ti, le drupe!
LG: Que­sta è un’o­li­va, pra­ti­ca­men­te, que­sta è un’o­li­va da men­sa. È squisita.
PR: Allo­ra, qui il cli­ma del­la Sici­lia ha sal­va­to il rac­col­to del­le oli­ve. In altre zone dell’Italia è pio­vu­to mol­to, è pio­vu­to nei momen­ti sba­glia­ti: umi­di­tà o mosca olea­ria, che ha vera­men­te com­pro­mes­so il raccolto.
A pro­po­si­to di rac­col­to, ecco, ma mi fac­cia vede­re: le sue oli­ve, guar­da che bel­le! No per cari­tà, son bel­lis­si­me: sono ton­de, son cic­ciot­te, come da deno­mi­na­zio­ne! Però ce ne sono alcu­ne matu­re, quel­le mar­ro­ni, ma le altre sono ver­di! !Bri­sa per cri­ti­cher!”, ma non si rac­col­go­no le oli­ve verdi!
LG: Al con­tra­rio: i lati­ni che sape­va­no bene, meglio di noi, for­se, due­mi­la anni fa, sape­va­no, distin­gue­va­no l’olio buo­no fat­to da “oli­va viridis”…
PR: “Viri­dis”!
LG: … dal­l’o­lio cat­ti­vo, fat­to da “oli­va nigra”!
PR: Il suo uli­ve­to è un uli­ve­to pro­fes­sio­ni­sta, cioè nasce come uli­ve­to. Non è - dicia­mo così - un suc­ce­da­neo di altre col­tu­re, tipo il vigne­to. Il suo uli­ve­to è antico.
LG: In que­sta zona furo­no impian­ta­ti oli­ve­ti nel 1850 e que­sti oli­ve­ti sono a nove metri.
PR: A nove metri l’uno dal­l’al­tro, a scacchiera.
LG: Tan­to è vero che poi, nel­le cer­ti­fi­ca­zio­ni cata­sta­li, que­sto risul­ta oli­ve­to “di pri­ma”: di pri­ma categoria.
PR: Di pri­ma cate­go­ria, oli­ve­to professionista!
LG: Altre pian­te, altri impian­ti sono a distan­za irregolare.
PR: Loren­zo, a que­sto pun­to io seguo il per­cor­so del­la sua Ton­da iblea e vado un atti­mo a vede­re quel­lo che suc­ce­de nel fran­to­io. Intan­to misu­ro anche i nove metri, per­ché son figlio di un geo­me­tra e ci ten­go a que­ste cose! Gra­zie, lei tor­ni pure a pet­ti­na­re i suoi olivi.
Due, tre, quat­tro, cinque…